Filosofia dell'Invisibile
A Villa Letizia di Praiano, sede italiana della Fondazione LeWitt, ha luogo il Janus Summer Symposium dedicato alla -Filosofia dell'invisibile". L'evento, organizzato dalla rivista Janus con il Patrocinio del Comune di Praiano e in collaborazione con la Dena Foundation for Contemporary Art, si svolge dal 15 al 25 luglio.
La -Filosofia dell'invisibile" costituisce il tema del prossimo numero della rivista in uscita a dicembre.
Fedele alla sua vocazione interdisciplinare e internazionale, Janus ha invitato a partecipare al symposium specialisti di diverse discipline e materie che presenteranno ciascuno 3 libri da essi prescelti per l'attinenza alla tematica o in alternativa illustreranno il lavoro di artisti contemporanei sensibili alla ricerca sull'invisibile.
Il symposium, coordinato da Nicola Setari, direttore della rivista, si svolgera' ogni sera dalle 18 alle 22. A richiesta, alcune delle serate saranno aperte al pubblico.
Partecipano: Davide Balit, curatore indipendente; Charlotte Bonduel, critica d'arte e redattrice di Janus;
Andrea Chiodi, attore, regista e Dantista, Angela Dematte', attrice; Luigi Di Corato, direttore del Museo Forte di Bard, Aosta; Luc Derycke, grafico e filosofo; Francesca di Nardo, curatrice e redattrice di Janus; Koo Jeong-a, artista; Benedikt Ledebur, poeta, curatore e filosofo; Federico Nicolao, scrittore e critico d'arte; Davide Scabin, chef del ristorante Combal Zero, Castello di Rivoli, Torino; Nicola Setari, direttore di Jauns e dottorando alla Scuola di Studi Superiori di Venezia; Luc Steels, scienziato e docente di scienze informatiche all'Universita' Libera di Bruxelles; Marleen Wynants, direttrice del programma Crosstalks dell'Universita' Libera di Bruxelles.
www.janusonline.net
Sol LeWitt
Sol LeWitt (1928-2007) è uno degli artisti che hanno maggiormente contribuito a proseguire e iniziato col Modernismo, per capovolgere la definizione e le regole convenzionali della prassi artistica e della sua produzione materiale attraverso l’abolizione delle nozioni di unicità, di irripetibilità, di abilità individuale nell’esecuzione manuale e in favore di un primato assoluto dell’idea. Nell’arte concettuale, di cui Lewitt negli anni sessanta è stato uno dei padri fondatori, l’idea o appunto il concetto rappresenta l’aspetto più importante dell’opera d’arte. Ogni decisione sull’esecuzione e sulla presentazione di un’opera d’arte è presa antecedentemente e la sua realizzazione diviene un aspetto secondario, tanto che può essere attuata da chiunque purché si rispettino le istruzioni dell’artista, la precisa esplicazione della sue intenzioni, della sua idea. Per usare le parole dell’artista, l’idea diventa lo strumento che produce l’arte. Nel 1988 LeWitt inizia due serie che ancora oggi caratterizzano la maggior parte della sua produzione scultorea: i Complex Forms, strutture in legno bianco, articolate in forme prismatiche irregolari le cui punte ricordano le guglie di architetture gotiche, e le Pareti o i Cubi, realizzati soprattutto in blocchi di pietra o di cemento. Questi ultimi, pur dimostrando un minimalismo intransigente, non sono privi di concessioni all’ambiente o alla storia di un luogo, basti ricordare il Monumento agli ebrei scomparsi del 1987, un’enorme parete rettangolare in cemento nero realizzata per una pubblica piazza a Münster.Nel suggestivo progetto per Piazza Plebiscito a Napoli la scultura assume un carattere architettonico. Lewitt ha progettato una struttura quadrangolare (circa 23 metri di base x circa 3 metri di altezza) tra le due monumentali statue equestri che determinano visualmente lo spazio, attraverso l’impiego di un impianto modulare, elaborato attorno all’utilizzo di mattoni bianchi in pietra di Trani corrispondenti alle misure standard della tecnica edilizia e perciò ricomponibili da chiunque. L’artista, attraverso la configurazione decrescente dei mattoni che formano la costruzione, scompone e ricompone il dialogo con lo spazio urbano e il suo contesto storico-politico, costruendo un percorso visivo e fisico per lo spettatore, che è come assorbito e reso partecipe dell’idea anche nel movimento attraverso la piazza.